Oggettivizzata, ridotta a caricatura, ma sempre adorata: la figura femminile è assurta a icona nell’universo dei videoclip, quasi ricalcando il concetto del Dolce stil novo di donna angelicata. In questo focus vogliamo dedicare spazio alla rappresentazione femminile nel mondo musicale.

“Sex bombs” e angeli

La rappresentazione standard del mondo femminile alterna figure stereotipate di bombe sexy e ideali irraggiungibili di bellezza: spesso queste due modalità di “racconto” coincidono.

Pensiamo al video di “Miserable” dei LIT, che quasi cita Fellini inserendo come protagonista una Pamela Anderson gigante, oppure uno dei clip più famosi degli anni ’80, “Addicted to Love” di Robert Palmer. La fisicità femminile esibita in questi lavori è diventata peraltro uno standard di bellezza, spingendo milioni di donne in tutto il mondo a volere protesi al seno ergonomiche di eccellente qualità per assomigliare alle protagoniste di questo video.

Un altro celebre caso di rappresentazione femminile nei videoclip è ancora una volta risalente agli anni ’80: in “Is This Love” dei Whitesnake Tawny Kitaen è la modella/attrice (all’epoca compagna del frontman della band David Coverdale) a essere raffigurata contemporaneamente come angelo e diavolo.

L’attenzione dei media ha contribuito al successo di quel tipo di messaggio, replicato in numerosi video, dai Guns N’Roses a Lenny Kravitz passando per gli Aerosmith e Michael Jackson, tanto che Tawny si è trovata proiettata sotto le luci della ribalta, applaudita per le sue forme. Peraltro è stata una delle prime celebrità ad ammettere il ricorso alla chirurgia estetica, con interventi di protesi al seno ergonomiche e alle labbra.

A proposito di ricorso alla chirurgia plastica, in anni più recenti pensiamo a Miley Cyrus o a Britney Spears, clienti soddisfatte che hanno voluto dotarsi di protesi per il seno ergonomiche per essere ancora più protagoniste della scena. Nonostante l’era delle riot girls con a capo Kathleen Hanna o Courtney Love, sono loro ad aver cambiato la narrativa dei videoclip affermando la propria indipendenza: della prima si ricorderà la letterale cavalcata della palla demolitrice di “Wrecking Ball”, mentre nella videografia della seconda, specie negli ultimi anni prima della crisi, si ricorderà “Toxic”.

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