Fra autentici antesignani italiani come “Mr. Fantasy”, “Discoring” o l’intera programmazione di un canale come Videomusic e i corrispettivi stranieri come “The Tube” o MTV, i primi clip musicali sono stati trasmessi in tv fra gli anni ’70 e ’80.
Tuttavia non si può negare che il culmine della produzione, a livello quantitativo, sia stato raggiunto negli anni ’90, quando accompagnare un’uscita discografica a uno o più video promozionali è diventata uno standard per il settore.
Anni ’90 in video: una breve panoramica
A questo decennio risalgono lavori per i Nirvana, i Pearl Jam, o Alanis Morissette, che nonostante il budget più limitato sono entrati negli annali e hanno contribuito a lanciare le carriere anche dei rispettivi registi.
In parallelo, per alcuni artisti le case discografiche non esitavano a mettere a disposizione budget simili a quelli di piccoli film: succede con i Guns N’ Roses, con Michael Jackson, con boyband che volevano capitalizzare sul loro successo come i Backstreet Boys.
Appartengono a questo stesso periodo anche lavori dove trionfa l’originalità: i Weezer con “Buddy Holly” si calano in un episodio di “Happy Days” e i R.E.M. raccontano l’universalità dell’esperienza della sofferenza “trasmettendo” i pensieri degli automobilisti bloccati in autostrada in “Everybody Hurts”. Sono solo alcuni esempi.
Anche l’Italia, nel suo piccolo, prova a dare un contributo: Lucio Dalla in “Canzone” si riduce a schermo e lascia le persone di tutti i giorni a esprimersi al posto suo; Elio e le Storie Tese introducono un’intera generazione di giovani al loro linguaggio dissacrante, che ben si traduce anche in video, con la ormai celebre “Servi della Gleba”. Altri clip famosi, come “Quelli che benpensano” di Frankie HI-Nrg MC o “Serenata Rap” di Jovanotti rimangono tra i più omaggiati/copiati nella nostra storia discografica.